venerdì 29 luglio 2016

Recensione: 'I love shopping a Las Vegas' di Sophie Kinsella





Voi non potete minimamente immaginare che bello sia ritrovarmi qui, dopo un giorno, a parlare di un nuovo libro perché l'ho terminato in due giorni scarsi! 

ALLEGRIAAAAAAA!!!!!


Ok, bando alle ciance! Passiamo a parlare del libro che ho terminato stanotte alle due e che è di una delle mie scrittrici preferite: Sophie Kinsella! Sto parlando di 'I Love Shopping a Las Vegas'.


TITOLO: I Love Shopping a Las Vegas
AUTORE: Sophie Kinsella
EDITORE: Mondadori
ISBN: 9788804659839
FORMATO: Copertina rigida
PREZZO: € 20,00

TRAMA: Becky Bloomwood, da poco trasferitasi a Los Angeles con Luke e la piccola Minnie, viene raggiunta negli Stati Uniti dall'amica del cuore Suze e da suo marito Tarquin, nonché dai genitori e dalla loro vicina di casa Janice. Quando all'improvviso suo padre scompare nel nulla insieme a Tarquin, Becky decide di intraprendere con gli altri un viaggio avventuroso sulle loro tracce a bordo di un camper che li porterà fino a Las Vegas. Ma dove sono finiti suo padre e Tarquin? Perché se ne sono andati in fretta e furia senza dare spiegazioni a nessuno? L'atmosfera sul camper è molto tesa perché Suze, che sembra essere sempre più legata ad Alicia, la famigerata "Stronza dalle Gambe Lunghe", le ha chiesto di unirsi al gruppo e la madre di Becky, comprensibilmente scossa per l'assenza ingiustificata del marito, decide di coinvolgere anche la temibile consuocera Elinor… Guai in vista! Sullo sfondo di luoghi desertici e paesaggi mozzafiato ha così inizio una vera e propria "missione di soccorso" capitanata dalla nostra indomita protagonista, che si troverà di fronte a non pochi ostacoli ma inventerà mille strampalati stratagemmi per ritrovare suo padre e Tarquin e scoprire cosa si nasconde dietro il loro viaggio misterioso. Con I love shopping a Las Vegas Sophie Kinsella scrive con l'immancabile stile e arguzia un nuovo capitolo della vita di Becky, che si cimenta in un esilarante viaggio on the road nel selvaggio West americano, regalandoci momenti di pura spensieratezza.

Sappiate che mi sto cimentando in recensioni spoiler free quindi cercherò di fare la brava :D

In questo ottavo 'capitolo' della serie (se non si conta il piccolo spin-off, I love shopping a Venezia), troviamo Becky alle prese con un viaggio on the road ( quanto odio questo termine adesso xD) con la sua famiglia e la sua migliore amica che la porterà alla ricerca del padre e del marito di Suze oltre che in cerca di una verità nascosta da tanti anni.

Detto questo, direi subito che questo romanzo è leggermente diverso dai precedenti. Stavolta Becky si trova ad affrontare problemi che non sono sorti per causa sua ma in cui si trova invischiata, suo malgrado, e che l'aiuteranno a riflettere sul rapporto che ha con tutte le persone a lei care.

C'è un REALE crescita psicologica della protagonista in questo libro, e non solo. Tutti imparano qualcosa dalla vicenda vissuta. Soprattutto che la famiglia è il bene più caro e prezioso a questo mondo. 

Con la solita verve che contraddistingue la Kinsella si viene trasportate, pagina per pagina, in questo viaggio per l'America (questo sì che è un viaggio divertente! E scusate, ma sono ancora troppo devastata dalle lettura di Kerouac) alla scoperta delle bellezze dell'amicizia, dell'amore e del turismo 'per caso'. Con la giusta combinazione di leggerezza, qualche intrigo messo qui e lì, un po' di 'giallo' e le solite incomprensioni che sfoggiano in situazioni esilaranti, la Kinsella ha colpito ancora nel segno.

Personalmente, per quanto mi sia piaciuto, spero che questa sia l'ultima avventura della nostra Rebecca. Credo che non ci sia davvero più nulla da raccontare senza rischiare di cadere nella noia e nell'inutilità. 
Certo è che, vista la mia mania compulsiva, se dovesse scriverne un nono capitolo correrei a comprarlo perché Sophie Kinsella è una di quelle scrittrici che secondo me SI AMA E NON SI DISCUTE.

VOTO: 3/5

Bene, adesso devo pensare alla mia prossima lettura! Nel frattempo vi saluto e vi auguro un buon week-end! 

CIAOOOOOOOOO!!!!! 



giovedì 28 luglio 2016

Recensione: 'Sulla strada' di Jack Kerouac


Buonasera, lettori!

Eccomi di nuovo qui, dopo taaaaaantooo tempo, a parlarvi della mia ultima lettura: 'Sulla strada' di Jack Kerouac.



TITOLO: Sulla strada
AUTORE: Jack Kerouac
EDITORE: Mondadori
ISBN: 9788804668282
FORMATO: Brossura
PREZZO: € 14,00

TRAMA: Sal Paradise, un giovane newyorkese con ambizioni letterarie, incontra Dean Moriarty, un ragazzo dell'Ovest. Uscito dal riformatorio, Dean comincia a girovagare sfidando le regole della vita borghese, sempre alla ricerca di esperienze intense. Dean decide di ripartire per l'Ovest e Sal lo raggiunge; è il primo di una serie di viaggi che imprimono una dimensione nuova alla vita di Sal. La fuga continua di Dean ha in sé una caratteristica eroica, Sal non può fare a meno di ammirarlo, anche quando febbricitante, a Città del Messico, viene abbandonato dall'amico, che torna negli Stati Uniti.

Vi avviso già: questa sarà una recensione stroncante. La motivazione è principalmente una: questo libro, per me, è stato LA NOIA.



Praticamente è questa la faccia che ha accompagnato TUTTA la lettura che è durata la bellezza di 18 giorni.

Insomma c'è questo tizio, Sal, che non si capisce esattamente perché decide di seguire questo Dean in viaggio su e giù per l'America. E non una singola volta! Ma più volte (credo fossero almeno quattro ma non ne sono sicura. Ho già rimosso gran parte del libro)! E la cosa peggiore è che io non ho trovato né capo né coda in questa serie di viaggi. Viaggi tutti uguali, fatti di autostop, di furti, di rapporti occasionali e di baldoria. E non sono riuscita a provare empatia per uno solo di questi personaggi. Né per Sal, né per Dean (lui poi... no comment), né per nessun altro dei personaggi (maschili o femminili) che si avvicendano nell'arco di queste 389 pagine.
Per non parlare di questa vena poetica che Kerouac vuole infilare PER FORZA in tutto il racconto. Poesia che io non ci vedo e che mi ha fatto più volte 'alzare gli occhi'. Per farvi un esempio, vi riporterò un brano:

Che cos'è il Missisipi?... una zolla portata via dall'acqua nella notte piovosa, tonfi sordi dalle rive scoscese del Missouri, un dissolversi, uno scorrere della marea giù nell'eterno letto del fiume, un donare alle brune schiume, un viaggio attraverso vallate e alberi e dighe senza fine, giù giù, sempre più giù, per Memphis, Greenville, Eudora, Vicksburg, Natchez, Port Alien, e Port Orleans e Port of the Deltas, per Potash, Venice, e il Gran Golfo della Notte, e fuori.
Questo spezzone è, a mio parere, l'emblema dell'inutilità di questo libro. Questo volerci mettere per forza la poesia in un inutile viaggio che per me è solo un modo di quattro fannulloni per sfuggire a quella che sarebbe una vita normale ed equilibrata. Nei protagonisti io ci vedo solo dei buoni a nulla, capaci solo di far baldoria, che vogliono tutto ma senza dare niente. Inizialmente, parlando di giovani, si potrebbe anche capire questo modo di fare. Ma, andando avanti nella lettura, questo atteggiamento è altamente snervante. Persone totalmente irresponsabili, snervanti ed inutili.

Ho avuto più volte la voglia di mollare questo libro, di abbandonarne la lettura (per non parlare delle volte in cui l'avrei fatto volentieri volare dalla finestra) ma ho resistito perché volevo una visione totale. E sono stati i 18 giorni peggio spesi nella mia vita da lettrice. Quasi peggio di Fabio Volo (almeno lui è volato in un paio di giorni!).

Insomma, so di andare probabilmente contro corrente, ma per me questo libro è un NO grande quanto un grattacielo newyorkese (giusto per rimanere geograficamente in tema).

Per chi fosse interessato, esiste anche un film. Si tratta di On the road, uscito nel 2012 e diretto da Walter Salles con Garret Hedlund e Sam Riley. Io non ho avuto il coraggio di vederlo ma se qualcuno di voi l'ha fatto o lo farà mi faccia sapere com'è e cosa ne pensa.

VOTO: 1/5

Bene! Adesso posso tornare alle mie amate letture e vedere di terminare la mia Book Challenge. Tra l'altro questo libro non ho potuto nemmeno inserirlo perché tutte le categorie per cui sarebbe potuto andare bene le avevo già fatte. Quando si dice 'la fortuna'.

Alla prossima!



lunedì 4 luglio 2016

Recensione: 'The Danish girl' di David Ebershoff


Ben trovati miei cari lettori!

Eccoci di nuovo qui per un'altra 


recensione! Ok... lo ammetto... non so quanto sarà spumeggiante visto e considerato che il libro di cui vi andrò a parlare non mi ha fatto impazzire!

Come avrete già capito dal titolo del post vi parlerò di 'The Danish Girl' di David Ebershoff.






TITOLO: The Danish Girl
AUTORE: David Ebershoff
EDITORE: Giunti
ISBN: 9788809770652
FORMATO: Copertina rigida
                 E-book
PREZZO: €18,00
              € 9,90

TRAMA: Che cosa succede quando vedi la persona che ami cambiare radicalmente sotto i tuoi occhi? Tutto nasce da un semplice favore che una moglie chiede a suo marito durante una giornata qualsiasi. "The Danish Girl" di David Ebershoff, un romanzo sui lati oscuri e misteriosi dell'amore e della sensualità. Siamo a Copenaghen, inizi Novecento: entrambi stanno dipingendo nel loro atelier, lui realizza paesaggi velati dalla nebbia del Nord; lei ritrae su enormi tele i ricchi committenti della borghesia cittadina. Proprio per completare uno di questi lavori, il ritratto di una nota cantante d'opera, Greta domanda al marito di posare in abiti femminili. Da principio Einar è riluttante, ma presto viene completamente sedotto dal morbido contatto della stoffa sulla sua pelle. Via via che si abbandona a questa esperienza, il giovane entra in un universo sconosciuto, provando un piacere che né lui né Greta avrebbero mai potuto sospettare. Quel giorno Einar ha un'autentica rivelazione: scopre infatti che la sua anima è divisa in due e forse lo è stata sempre: da una parte l'artista malinconico e innamorato di sua moglie, dall'altra Lili, una donna mossa da un prepotente bisogno di vivere...


Andando a dare un'occhiata su vari siti ho trovato molte recensioni assolutamente positive: è stato definito un romanzo toccante, intenso, affascinante e potente. Anche la mia libraia di fiducia me ne aveva parlato benissimo consigliandomelo vivamente. Così, complice anche una sfida per la #BookChallenge2o16 finalmente ho preso in mano questo volume. E, alla fine della fiera, la domanda che mi pongo è: sono io che non so più apprezzare un buon romanzo o è questo romanzo che è stato ampiamente sopravvalutato? Secondo una mia amica è matematico: se un libro è ampiamente apprezzato e pubblicizzato dalla critica allora, al 90%, non è questa bellezza. Forse ha ragione. 


Sta di fatto che, se dovessi scegliere un'emozione per descrivere questo libro, per me sarebbe NOIA. Questa è stata la faccia che ha accompagnato la lettura di queste 368 pagine. Oltre ad un continuo 'Ma quando finisce?!?'.
La storia è ispirata ad una storia vera: la prima operazione tramite cui un uomo è diventato donna. La storia del primo transessuale d'Europa.

Bene... adesso dovrei parlarvi un po' della storia ma non saprei proprio come cominciare. Per cui, direi, di cominciare dall'inizio. E l'inizio è Greta, moglie di Einar, che chiede al marito di posare in abiti femminili per aiutarla a finire un ritratto. Da questo momento Einar si accorge di essere irrimediabilmente attratto da questi abiti femminili e inizia a travestirsi sempre più spesso.



Lili comincia ad apparire spesso nella Casa delle Vedove e Greta, non si capisce se per suo divertimento o se per assecondare questa strana voglia del marito, comincia a considerare Lili parte integrante della famiglia. La porta in giro per Copenaghen presentandola come sua cugina, la ritrae in moltissimi quadri grazie ai quali diventerà una pittrice famosa e comincia ad inventare bugie per giustificare l'assenza del marito. Poi comincia a preoccuparsi. Perché Lili ed Einar sembrano davvero due persone ben distinte. Pur 'sapendo' una dell'esistenza dell'altro non si identificano come la stessa persona. 
Per cercare di riprendere la solita routine si trasferiranno a Parigi ma anche qui Lili fa prepotentemente la sua comparsa ed inizia a frequentare altri uomini, innamorandosi anche. 
Arriva il momento in cui inizia a rivolgersi ad alcuni dottori. Molti consiglieranno operazioni al cervello, altri di cercare di arginare questi 'impulsi'. Solo uno, il dottor Bolk, interpellato da Greta, capirà la verità e proporrà l'intervento definitivo: Einar verrà trasformato per sempre in Lili.
Einar parte da solo per affrontare questa operazione ma verrà poi raggiunto da Greta. Uscirà dalla clinica trasformato in Lili dopo essersi sottoposto a tre interventi tra cui un innesto di ovaie.
Tornando a Copenaghen Lili si sente insoddisfatta. Fin quando, un giorno, non rincontra l'uomo di cui si era innamorata e intraprende una storia d'amore con lui. Quando lui la chiederà in moglie lei gli confesserà il suo passato. Ma l'amore supera tutti gli ostacoli (che frase da Harmony!) e lei decide di tornare a Dresda per sottoporsi ad un ultimo intervento: un innesto di utero. Il libro si conclude con lei che è in preda ad una forte infiammazione e che, probabilmente, dovrà sottoporsi ad un altro intervento per togliere l'utero precedentemente innestato.
In tutto ciò Greta ha deciso 'bene' di abbandonare Lili e di tornare in America con il suo nuovo fidanzato.

Mi rendo conto di essere stata sicuramente più noiosa del libro in sé, ma abbiate pazienza. Questo romanzo è un susseguirsi di pensieri e turbe psicologiche, intervallati qui e là da improvvisi e luuuuunghisssssimiiiii flash back e da paragrafi ad alto livello sessuale che terminano con un nulla di fatto. Anche il finale del libro lascia molto a desiderare: Lili è su questo campanile a godersi il panorama dell'Elba, sa che probabilmente non diventerà mai madre e sa che il suo amato l'attende a New York. Punto. Fine del libro. Cosa succede? Lili riuscirà a sposarsi? Diventerà mai madre? Ma tutto questo non è possibile saperlo. Anzi, sappiamo per certo che diventò moglie ma poi nient'altro (o, almeno, io non sono riuscita a trovare altro). La narrazione è lenta anche se il linguaggio usato non è di quelli altisonanti o difficili. 
Credo che molta della mia insoddisfazione sia dovuta al fatto che ho cominciato questa lettura con altissime aspettative.

Non è mia abitudine consigliare di non leggere un libro perché a me non è piaciuto. Al contrario vorrei invitare tutti a leggerlo in modo da poter confrontare i pareri e capire se, magari, sono io che non l'ho saputo apprezzare.

VOTO: 2/5

Bene, per il momento è tutto. Scusate per la pesantezza!